Kim Gordon Live: colate di rumore e ritmi trap

รˆ lunedรฌ sera e maledico il momento in cui ho comprato il biglietto per il live di Kim Gordon.
Ho amato il suo ultimo disco The Collective e il mix di rumore, elettronica e suoni trap ma all’improvviso il richiamo del divano sembra essere piรน forte di quello delle distorsioni della chitarra di Kim gordon.

Per caricarmi riguardo il video supercool di Bye Bye che ha come protagonista la figlia di Kim Gordon e Thurstone Moore, Coco Gordon Moore. Mi ritornano in mente in sequenza: il mio zainetto del liceo dove avevo disegnato con il pennarello una croce con scritto “Sonic Life”, il CD di Daydream nation che comprai in un viaggio studio a Londra preferendolo a Licensed yo Ill dei Beastie Boys (chissร  come sarebbe stata la mia vita se avessi scelto i Beastie boys), la copertina di Goo disegnata da Raymond Pettibon.

Mollo le pantofole e parto alla volta dell’Alcatraz. Il richiamo di Kim e i ricordi dei Sonic Youth sono troppo forti.

Perdo il concerto di apertura di Zamilska, DJ e producer polacca che non conosco.

Kim Gordon si presenta puntuale sul palco con un outfit super stiloso: maglietta, pantaloncini, stivaletti. Insieme a lei, un trio di ragazze: Sarah Register alla chitarra, Camilla Charlesworth al basso, Madi Vogt alla batteria.

Insieme a me in sala ci sono numerose teste brizzolate che credono in Kim. Non sono solo!

Il concerto scorre intenso e senza pause, tra colate di rumore che trapanano orecchie e cuori. Kim Gordon suona praticamente tutto The collective.

La chiusura รจ piรน rock e meno sperimentale con Grass Jeans, pezzo del 2021 composto a favore di un’associazione che si occupa di diritto all’aborto.

Sul finire del concerto ammetto che ho sperato che suonasse un pezzo dei Sonic Youth ma Kim non ha fatto nessuna concessione al passato. Pazienza e bye bye!

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